Sunday, 14 September 2014

Violenza

Per essere violenti ci sono tanti modi, io per esempio da piccola prendevo a calci e pugni i maschi, oppure li rincorrevo e tiravo giù le loro braghe per vedere cosa ci fosse sotto ("sotto" c'erano le mutande degli antenati di Peppa Pig, per la cronaca). La mia carriera di bambina violenta è iniziata a circa diciotto mesi emmezzo, quando ho dato il mio primo pizzicotto a un bambino biondo di sei anni che, francamente, mi stava fra i piedi e mi impicciava nei giochi. Quella è la mia faccia post pizzicotto, catturata da mio padre che probabilmente al tempo si sarà fatto il segno della croce e avrà pensato di aprire quella bottiglia di chianti che aveva tenuto da parte per le occasioni speciali.


Violenza, insomma. Alla fine poi me la sono cavata, la mia fase misantropa è durata poco e sono passata a una forma di aggressività più elaborata e celata, se non contiamo quelle due volte in cui ho mandato letteralmente "affanculo" il mio oculista e ho dato del "brutto maiale arrostito" al papà di una mia amichetta.
In casa mia non si è mai alzata una mano contro donne e bambini e non ho mai preso una sberla in vita mia (forse mi avrebbe fatto bene). Da grande ho dato qualche sberla, due tre volte, per riportare alla ragione dei sensi chi aveva perso la lucidità durante una litigata o per ragioni simili. Tutto qui, niente di che, ma l'assenza di aggressività fisica non significa che io non abbia avuto da combattere contro soffocanti e opprimenti violenze. Io ce l'ho a morte con la gente che non ha il coraggio di avvicinarsi a te, guardarti negli occhi e dirti "mi fai schifo, vediamoci fuori che ti voglio tirare un cazzotto". Io ce l'ho con la gente che si nasconde dietro la tipica frase che "le donne non si toccano neanche con un fiore" e poi dopo ti aggredisce e ti violenta, non con le mani, ma con gli altri dieci milioni di modi che ci sono per fare del male a una persona.
Qui sotto, due esemplari di Uomini che di violenza ne sanno qualcosa.
fight club- chemical burn
Non ce l'ho con gli uomini, anzi. Credo che le donne siano in grado di essere di gran lunga più cattive, sottili, furbe, spietate, ingannevoli e false di quanto un uomo sia capace di percepire.
Ci sono così tante forme di violenza che non so neanche come sintetizzare la mia prospettiva. Nel brodo ci metterei di sicuro il classico professore che seduce la studentessa giovanissima, la gente che ai tuoi occhi ti riempie di baci e abbracci e alle tue spalle ti augura peste e corna e il narcisista che ti sfrutta per poi liberarsi di te appena sei inutile ai suoi fini. Poi mi da orrendamente fastidio la violazione della sfera privata di una persona, come andare a raccontare in giro ciò che ti ha rivelato in confidenza oppure parlare di circostanze della sua vita pubblicamente e sul web, senza avvertirla ne chiedere il permesso di farlo. Mi da molto più fastidio la violenza celata di quella fatta alla luce del sole perché la violenza celata è una roba da pusillanime e codardo, una roba che puzza di marcio, una roba spregevole. Una roba come i giochini psicologici, quelli in cui ti inganno, ti faccio sentire in colpa, ti induco a fare una decisione o compiere un'azione che va contro i tuoi ideali. I giochini in cui ti dimostro che ho il potere su di te e ti costringo a seguire le mie regole sono qualcosa di penetrante e sottile. Elaborati con cura, oppure parte integrante del modus operandi di una persona, sono disarmanti come una malattia che non si cura perché sono accompagnati dalla paura.
Insomma oggi mi va di fare un inno alla violenza vera, quella che allo stato puro ha un che di poetico, quella che una litigata la risolvi con due urli e, se proprio scappa, uno schiaffo e amici come prima. Che, per quanto posso, preferisco la compagnia del cane che abbaia ma non morde, perché la gente zitta zitta e buona buona, quella che ti osserva da lontano senza annunciare la sua presenza, quella che ti tiene monitorata e che vuole vedere come fai le cose, mi sa di un pericoloso che è meglio farci un bel giro lungo attorno. Perché la violenza sottile, quella che è crudele perdavvero, è qualcosa che ti richiede anni per disintossicarti e che cambia brutalmente il modo in cui guardi il mondo e le persone. La violenza sottile è qualcosa di cui ti accorgi pezzo per pezzo, e a distanza di tempo si aggiungono tasselli alla tua ricostruzione dei fatti, tasselli di cui ti accorgi solo una volta che il tornado è passato e hai la calma e il silenzio necessari per guardare in profondità e riflettere sui dettagli.
- all your mental armor drags me down
nothing hurts like your mouth
your loaded smiles
pretty just desserts
wish it all for you -
PS. Non vorrei in nessun modo sminuire il danno provocato a vittime di violenza fisica, lungi da me. Qui rifletto solo sulle altre forme di violenza.

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